CAPITOLO III - I LIMITI ALLA CRESCITA ECONOMICA ALLA LUCE DI ALCUNE ANALISI EMPIRICHE

2. Alcuni rilievi critici al rapporto del M.I.T.
Dopo la sua pubblicazione "The Limits to Growth" divento' in breve tempo un "best seller" ed ottenne commenti favorevoli persino da autorevoli scienziati, come il premio Nobel per la fisica Dennis Gabor, oltre che da giornalisti ed opinione pubblica.
Scrive Mercedes Bresso: "(..) il ballon d'essai era stato lanciato in un momento propizio. L'anno successivo scoppiava infatti la prima crisi del petrolio e il problema delle risorse si imponeva all'attenzione mondiale. Contemporaneamente si assisteva a una improvvisa caduta nella produzione dei cereali, che alimentava una forte penuria anche in questo settore. Le fosche previsioni del Club di Roma sembravano quindi prendere consistenza prima del tempo."(11)
Il rapporto del M.I.T. venne quindi dato alle stampe in una situazione particolarmente favorevole per recepire un tale messaggio e per questo fu' la causa di decine di conferenze, dibattiti e trasmissioni radio-televisive.
D'altra parte non ci si puo' stupire del grande successo del libro se si pensa alla credibilita' accademica del M.I.T., alla soggezione psicologica suscitata nel grande pubblico dall'uso di modelli matematici e calcolatori e, infine, al formidabile appoggio pubblicitario fornito dalla casa editrice statunitense (abbastanza insolito per un lavoro di carattere scientifico).(12)
Per contro, sottolinea Marco Fortis (13), la maggior parte degli economisti riservo' agli studi del M.I.T. un'accoglienza freddissima. Al di la' dei commenti caustici di alcuni, che definirono il rapporto come "un capolavoro di stupidita'" oppure "un riflusso di assurdita' vecchio stile", non mancarono studi critici, anche a partire dal modello World Dynamics elaborato dal Forrester.
E' possibile individuare alcuni dei rilievi piu' ricorrenti mossi verso il rapporto del M.I.T..
Tale modello fu' definito "neo-malthusiano", perche' apparve a molti come una ripresa della tesi di Malthus sul contrasto tra crescita lineare della produzione alimentare e crescita esponenziale della popolazione, semplicemente resa piu' complessa dall'uso del calcolatore. Molti commentatori fecero notare come, soprattutto grazie al progresso tecnico, le fosche previsioni del Malthus non si erano mai verificate; anche il System Dynamics Group avrebbe ampiamente sottovalutato il ruolo della tecnologia.
Mahbub ul Haq (14) scrisse a proposito: "Una delle parti piu' curiose del modello e' il suo trattamento del ruolo della tecnologia. In un'epoca di progresso tecnologico per lo piu' drammatico, gli autori sostengono che non vi possa essere una continuazione di tale rapido progresso nel futuro. E questa e' una semplice ipotesi, non una tesi provata. Il modello ipotizza che alcune variabili di questo mondo (popolazione, stock di capitale, polluzione (15) )  cresceranno a tassi esponenziali; ma ipotizza che certe altre variabili (in particolare, tecnologie per allargare la base delle risorse e per combattere la polluzione) non cresceranno in misura esponenziale. Qualunque modello di questo tipo e' forzatamente instabile per definizione, e non ci si deve stupire che esso conduca al disastro. Tuttavia, le ipotesi degli autori sono scarsamente realistiche dal momento che l'uomo ha sino ad ora continuamente provato la sua capacita' di estendere i limiti fisici di questo pianeta attraverso le costanti innovazioni e il progresso tecnologico. Non v'e' alcuna ragione di credere che le innovazioni tecnologiche nel conservare, "reciclare" e scoprire nuove risorse, e nel combattere la polluzione, si arresteranno semplicemente perche', per la loro stessa natura, non possiamo prevederle in anticipo.".(16)
Quindi, come osserva il Gerelli (17), se e' piu' realistico assumere che il progresso tecnologico sia cresciuto e crescera' esponenzialmente, in tal caso i risultati del modello cambiano fondamentalmente e i famosi "limiti" allo sviluppo si allontanano in modo esponenziale.
Forrester e Meadows, che accettarono comunque la qualifica di neo-malthusiani, replicarono a loro volta accusando i loro critici di "ottimismo tecnologico".(18)
Molte delle critiche si concentrarono soprattutto sulla fragilita' delle ipotesi fondamentali del modello.
"Le nostre analisi hanno mostrato che molte ipotesi del modello non erano scientificamente fondate, e che l'uso dei dati era spesso inaccurato e casuale. Cio' vale particolarmente per le ipotesi relative alle risorse non rinnovabili e alla polluzione. Abbiamo anche trovato che, contrariamente alle asserzioni degli autori, il modello e' abbastanza sensibile alla scelta di tali ipotesi, e che ragionevoli aggiustamenti nelle ipotesi relative alla popolazione, alle risorse non rinnovabili, e alla polluzione potrebbero posporre la prevista catastrofe di altri 100 o 200 anni, anche accettando la metodologia generale del modello. E, in tale contesto, 100 anni ulteriori potrebbero essere vitali quanto un secondo addizionale e' vitale per un pilota in una emergenza di traffico: esso puo' trasformare l'intera situazione."(19)
Per quello che riguarda le previsioni sulla popolazione, anche se alcuni autori fanno notare come sembrino, tra quelle presenti nel volume del Meadows, le piu' accettabili e che il problema e' comunque di non poco rilievo (20), non mancano critiche a proposito. In particolare si rimprovera di aver sottovalutato certi dati che indicano per molti paesi un possibile declino della crescita demografica.
A proposito delle risorse non rinnovabili, quasi tutti sottolineano il fatto che il System Dinamics Group ha usato, per stimare la disponibilita' futura dei minerali, i dati del Bureau of Mines degli Stati Uniti, che sono solo semplici valutazioni sulle riserve accertate a quel tempo dei diversi minerali nel mondo. " (...) il Bureau ammonisce che l'80% delle sue stime sulle riserve hanno un livello di sicurezza di meno del 65%, mentre lo studio ignora questa importante riserva. Inoltre, alcune delle stime sulle riserve (particolarmente per quanto riguarda i paesi comunisti) sono estremente vecchie ed incomplete. Alcune stime per la Cina, ad esempio, risalgono al 1913! Inoltre, le stime sulle riserve, che sono state frequentamente rivedute nel tempo, sono probabilmente destinate a mutare ancora nel corso della nostra vita: tra il 1954 e il 1966 le stime sulle riserve per una delle piu' vaste risorse, il ferro, e' salita di circa cinque volte. Il "Bureau of Mines" ritiene poi che queste riserve potrebbero essere raddoppiate ad un prezzo del 30-40% superiore al prezzo corrente."(21)
Il pessimismo del M.I.T. sulle risorse non rinnovabili appare a molti ancor piu' evidente quando si prevede la possibilita' di sfruttare nuove risorse, oggi non considerate tali, oppure quando si pensa che l'aumento dei costi di certe risorse puo' sviluppare tecnologie per un loro uso piu' efficiente.
Alcuni economisti, a questo proposito, hanno quindi contestato al System Dynamics Group il fatto di non aver tenuto in debito conto il meccanismo economico dei prezzi, che favorirebbe questo processo di sostituzione e di ricerca di maggiori rendimenti.(22)
Le ipotesi relative all'inquinamento sono considerate da molti la parte piu' debole del modello. Si sottolinea come si conosce ancora ben poco sulla generazione e sugli effetti di esso e quindi come sia possibile ottenere risultati molto differenti, fissando diversi valori, sia per quello che riguarda il rapporto tra polluzione e stock di capitale pro capite, sia per quello che riguarda i limiti di assorbimento dell'ecosistema terrestre.
Inoltre sarebbe azzardato affermare l'esistenza di un rapporto direttamente proporzionale tra inquinamento e crescita economica, dato che "piu' elevati livelli di sviluppo industriale consentiranno alla societa' di dedicare risorse addizionali al trattamento dei problemi dell'inquinamento senza sacrificare il continuo sviluppo economico".(23)
Al di la' di queste specifiche contestazioni altri hanno fatto notare come il modello non puo' portare a risultati corretti per l'alto grado di aggregazione delle variabili relative alla popolazione, alle risorse esauribili e all'inquinamento.
Altre critiche si sono concentrate sui limiti intrinseci del modello elaborato e in generale dei metodi di estrapolazione tendenziale in applicazioni con un orizzonte previsionale eccessivamente elevato.
Al di la' dei problemi metodologici, si e' evidenziato come studi del genere dovrebbero essere basati su relazioni deterministiche e non probabilistiche.(24)
Piu' in generale, in un modello di questo genere e' molto difficile tener conto di variabili sociali e politiche.
Emilio Gerelli (25) porta l'esempio della crisi petrolifera, scatenata a suo tempo prevalentemente da fattori politici, che ha stimolato le economie occidentali a cercare altre fonti energetiche, al risparmio energetico e piu' in generale a una maggiore consapevolezza sulla scarsita' delle risorse. Non si puo' quindi ignorare la possibilita' di eventi inattesi, o comunque il fatto che "l'uomo non e' spinto meccanicamente da un sistema unificato verso condizioni intollerabili, ma valuta le circostanze che lo circondano e risponde in modo attivo, adattando i suoi valori e i suoi obiettivi (...)".(26)

Note

Riferimenti bibliografici


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